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La competenza della nostra Associazione ha le sue
radici nella ricerca continua e costante, dal 1976, su stili
ortodossi attraverso l’insegnamento di quattro grandi
maestri cinesi, che rappresentiamo.
Questo ci ha permesso di acquisire una conoscenza
teorico-pratica completa e non comune su Kungfu e
Taijiquan.
Attingendo al potere interiore del corpo, queste arti possono contribuire a migliorare l’equilibrio, la coordinazione, la flessibilità e la concentrazione.
A differenza di molte forme di esercizio occidentale che si concentrano sulla forza fisica e sulla potenza, le arti marziali tradizionali cinesi enfatizzano anche lo sviluppo della forza interiore attraverso esercizi di respirazione e movimenti controllati.
Per questi motivi le nostre discipline tradizionali cinesi sono consigliate per il miglioramento della salute cardiovascolare, per il miglioramento dell’umore e la riduzione dell’ansia.
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Il wushu o kungfu non è una singola disciplina, ma
l'insieme dei sistemi marziali elaborati nei secoli e
generalmente denominati quan 拳 (lett. “pugilato”).
La maggior parte di essi prevede sia la pratica a mani
nude (quanfa 拳法– “tecnica pugilistica” o quanshu 拳術 “arte
pugilistica”) che con armi.
Le tecniche utilizzate nel combattimento a mani nude sono
raggruppate nelle “quattro tecniche offensive” (siji) 四擊):
calciare (ti 踢), colpire con la mano o il braccio (da 打),
proiettare (shuai 摔), leva articolare (na 拿 ).
Oltre alle quattro tecniche principali ne esistono anche
altre come: colpire con la testa (touji 頭擊), con le
ginocchia (xizhuang 膝撞), con spalle, anche, petto o
schiena (kaofa 靠法), con la punta delle dita trafiggendo
(zhichuan 指穿) o graffiando come un artiglio (zhuafa 抓法),
ecc.
L'allenamento del wushu è fondato sugli “otto metodi”
(bafa 八法), cioè: braccia (shou 手), occhi (yan 眼), tecnica
del corpo (shenfa 身法), passi e posizioni (bu 步),
concentrazione (jingshen 精神), energia/fiato (qi 气), forza
(li 力), abilità/allenamento (gong 功).
Il wushu tradizionale è rappresentato da “scuole” o
“stili” (menpai 門派), ognuno dei quali possiede un bagaglio
di tecniche a mani nude e con armi, metodi d'allenamento e
conoscenze strategiche proprie, frutto dell'elaborazione e
della trasmissione di generazioni di maestri.
Queste “scuole” sono generalmente denominate quan 拳
(pugno, pugilato) e in forma sporadica anche men 門
(insegnamento, scuola) o zhang 掌 (palmo/i), tui 腿
(gamba/e), jiao 腳 (piede/gamba).
All'interno delle singole scuole può esservi un'ulteriore
ramificazione in “stili” (shì 式 o pài 派) o “famiglie” (jia
家 o shì 氏), dovuta alla determinante influenza di un certo
maestro, o della sua famiglia, nella divulgazione
dell'arte.
Qixing Tanglangquan - Stile della Mantide Religiosa Sette Stelle

Lo stile della Mantide Religiosa e’ famoso per gli attacchi e le difese contemporanei, ininterrotti e velocissimi.
E’ uno stile feroce che usa molte finte, cambiando gli attacchi in maniera continua, unendo la tattica della Mantide Religiosa ai passi della scimmia.
La parte più importante dello stile è quella dedicata allo studio delle variazioni e del “palmo d’acciaio“.
Se praticato con perseveranza lo stile della Mantide Religiosa delle sette Stelle diviene uno strumento di combattimento tra i più feroci ed efficaci.
Nel Qīxīng Tánglángquán è importante il senso, non la forma.
La pratica costante, guidata dai principi teorici, conduce il praticante all’obiettivo.
Il Tánglángquán è uno degli stili più applicativi e feroci in combattimento, se studiato in modo approfondito e con un valido Maestro.
La strategia del combattimento della Mantide Religiosa è estremamente raffinata, ed usa tecniche di attacco specifiche su tutte le quattro distanze.
La mantide è feroce ed usa i passi per entrare ed i calci per colpire a lunga distanza, pugni e palmi intercettando l’avversario a media distanza, tecniche di gomito e ginocchio, nonché leve articolari a corta distanza, infine finisce l’avversario con attacchi di testa, spalla, braccio, anca e glutei spesso proiettando a terra il suo nemico.
Tutti i colpi sono sferrati in parti vulnerabili del corpo, aree del corpo dove si possono provocare seri danni.
Ma non è finita qui, perché lo stile della Mantide Religiosa continua a colpire anche mentre l’avversario viene proiettato a terra, giacchè egli non si deve rialzare per proseguire il combattimento.
Nel fare tutto questo lo stile utilizza spesso delle finte per ingannare l’avversario, crea delle false aperture per fare in modo che egli attacchi.
Se il nemico non si muove anche la mantide non lo fa, per evitare di fare scoprire la sua abilità, ma se il nemico attacca essa schiva l’attacco intercettando e colpisce duramente colpendo in modo ripetitivo.
Attraverso le finte sembra che si attacchi sopra, ma invece si colpisce sotto, sembra che si attacchi sotto, ma invece si colpisce sopra, appare un attacco a sinistra, ma invece è un attacco a destra, compare un attacco a destra, ma invece è un attacco a sinistra.
Hung Gar - Stile della Tigre e della Gru

L’Hung Gar viene considerato, a torto, uno stile che esegue le sue tecniche in modo rettilineo.
Nulla di più falso, lo stile infatti è basato sia su linee che su cerchi.
Il metodo lineare è uno dei due maggiori movimenti di Gungfu.
Esso è eseguito in linea retta, cioè la distanza più corta tra due punti.
Quando viene usato questo metodo, la forza esce diritta, veloce, potente.
Essa è veloce come una freccia, potente come una mazza.
Nulla la può fermare.
Il secondo movimento maggiore è quello circolare, che è in armonia con il Hei.
Anche se lo stile della Tigre e della gru mescola i due movimenti, l’enfasi viene posta sul metodo clrcolare.
La maggior parte delle tecniche di blocco segue un movimento circolare, e le mani si muovono più agevolmente.
Un contrattacco dell'altra mano può essere eseguito in linea retta o circolare, ma questo dipende dalla posizione dell’avversario.
Un abile praticante è capace di muovere liberamente e continuamente le sue mani in cerchio, in ogni direzione.
Nel momento in cui l’avversario attaccherà, intercetteremo il colpo cambiandone la direzione, spesso in modo circolare.
In attacco il nostro movimento sarà potente e veloce e spesso rettilineo.
Il movimento circolare deve partire dalla vita e attraversare il corpo, usando il metodo del drago, fino a giungere alla parte che userà questo metodo attraverso una tecnica specifica.
Nell’esecuzione delle tecniche si succedono vari cerchi (orizzontale, verticale, diagonale) che combinandosi e succedendosi fra loro formano una serie di “8”, in un incrocio continuo che sviluppa e cambia la forza, permette di eludere gli attacchi, di divincolarsi dalle prese, di adattarsi e cambiare la situazione a nostro favore, di squilibrare l’avversario o di confonderlo mediante delle finte; di “aprire le porte”.
I cerchi possono essere grandi o piccoli, completi o semicerchi o eseguiti come un “otto”.
Ogni punto di un cerchio può essere l'inizio di un altro cerchio.
Quello che qualche volta sembra essere una linea diritta, si può trasformare in un cerchio.
Ma anche, quello che sembra essere un cerchio si può trasformare in una linea diritta.
Quando il praticante capisce e perfeziona la tecnica del cerchio, egli è capace di deviare qualsiasi attacco.
Piuttosto che attaccare con forza, contro la forza dell’avversario, è capace di cambiare la direzione dell’attacco approfittando del momento.
La configurazione circolare, è presente anche nella dimensione statica dello stile e cioè nelle posizioni delle gambe e nella struttura di ogni singola figura; ciò è dovuto al fatto che il cerchio permette al corpo di mantenere le sue curve naturali in modo da far fluire liberamente il Hei.
Uno delle più potenti e distruttive forze della natura è il tornado, nulla di più di una massa di vento circolare.
Un piccolo movimento rotondo genererà quindi uno spostamento di una grande massa senza sforzo apparente.
Il concetto di movimento circolare nel Gungfu è simile ad un tornado.
Il Taijiquan è un’arte marziale interna, espressione della
millenaria cultura cinese.
La sua pratica si sviluppa attraverso la combinazione
dell’antica tradizione filosofica e spirituale daoista e
da vari metodi marziali.
Considerato esercizio di “lunga vita”, è adatto sia ai
giovani che agli anziani e contribuisce al raggiungimento
di un buon equilibrio tra mente e corpo.
I suoi movimenti rotondi e lenti consentono di rinforzare
l’apparato muscolo-scheletrico, mobilizzando le
articolazioni e sollecitando anche gli organi interni che
rimangono sani a lungo.
Lo studio del Taijiquan non è solamente movimento fisico,
ma una profonda filosofia di vita che affonda i suoi
contenuti nell’antico pensiero daoista.
Ogni movimento esprime l’alternanza tra Yin e Yang, vuoto
e pieno, gli opposti complementari.
Alcuni praticanti di Taijiquan prediligono l’aspetto
marziale, altri invece lo praticano esclusivamente per il
mantenimento della salute.
Ciò che non tutti sanno è che il Taijiquan tradizionale è
al tempo stesso l’uno e l’altro: tecnica di lunga vita e
ottimo sistema per la difesa personale.
Al suo interno coesistono necessariamente entrambi gli
aspetti, potremmo dire “aspetto Yin e aspetto Yang”,
espressione di un unico sistema volto alla crescita
personale del praticante.
Il rarissimo Li Pai Taijiquan

Il Li pai Taijiquan (Taijiquan della scuola Li), conosciuto anche come Li pai Quanfa (Metodo della scuola Li), è uno stile unico, estremamente raro al di fuori della Cina.
Lo stile fonde in maniera cosciente e metodica diversi metodi di combattimento come il Taijiquan del Nord (lignaggio di Yáng Lùchán 杨禄躔), il Taijiquan del Sud (lignaggio di Gān Dànrán 甘淡然), lo Yue shi Xinyiquan di Yue Qingshan, il Baguazhang di Dong Haichuan e un particolare metodo dello Shaolin del Nord.
La particolarità dello stile risiede nel saper riassumere in modo comprensivo e coeso differenti metodi e principi, in un sistema completo ed eclettico, capace di fondere insieme il duro e il morbido, l’interno con l’esterno.
Il Li pai Taijiquan, oltre alla parte marziale, presenta anche una parte meditativa, sia statica (in piedi, seduti e sdraiati) che dinamica, nonché numerosi esercizi di Qigong.
Nello stile si dice: "esprimere il Dào attraverso l'arte marziale".
Con il suo particolare metodo di allenamento lo stile incarna i principi e le leggi che soggiacciono ai cambiamenti tra Yin e Yang e le interrelazioni dei cinque agenti; lo stile riflette completamente la visione del movimento cosmico di divisione e unione, unione e divisione in cui tutto si muove incessantemente e tutto fa ritorno alla propria origine, anche l’uomo e la sua arte marziale.
A causa della sua chiusura e della sua difficoltà, lo stile è rimasto piuttosto sconosciuto ai grandi circuiti delle arti marziali cinesi.
Questo ha permesso tuttavia un mantenimento integrale degli insegnamenti tradizionali, evitando quegli ammodernamenti e semplificazioni che molti stili hanno subito durante gli anni ’70 e ’80.
Ciò che è stato conservato è uno stile unico nel suo genere, capace di unire in maniera organizzata e completa metodi interni ed esterni, combattimento e pratica interiore.
I movimenti dello stile, in ognuno dei suoi tre sistemi, riflettono un’attenzione estrema all’efficacia (sia sul piano marziale, sia sul piano della salute), a discapito della bellezza e della spettacolarità.
Ne risulta uno stile dal sapore molto antico, puro e semplice, in cui è possibile rintracciare tutta la sapienza delle vecchie generazioni.
Nel 2014, il Governo Cinese, nell’ambito del programma di conservazione degli stili tradizionali di Kungfu, ha riconosciuto lo stile Li Pai Taijiquan del GM° Zhang Shaotang come "Ortodosso" e "Patrimonio Culturale Inviolabile della Nazione Cinese".
Dal 2013, siamo referenti per l'Italia del GM° Zhang Shaotang di Lanfang, depositario della tradizione del rarissimo stile Li Pai Taijiquan.
Il Chen Taijiquan tradizionale

Quando si pratica lo stile Chén, l'attenzione non è tanto sulla spiegazione con le parole, ma piuttosto sull'apprendimento dei movimenti della forma.
Sperimentare il proprio equilibrio, comprendere il costante cambiamento tra i due estremi e, infine, gestire la forza dell'avversario, può essere considerato come la seconda "particolarità".
Un altro focus è sul movimento degli avvolgimenti. Se si osservano i movimenti della forma, si troveranno movimenti grandi, come quelli nell'orbita dei pianeti attorno al sole, e quelli più piccoli, che assomigliano alla rotazione della Terra sul suo asse.
Nel corpo umano, il movimento dell'anca e gli arti vengono creati combinando quei movimenti grandi e piccoli.
Per questi movimenti, l'anca funge da asse e il dito medio funge da guida della forza.
Particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla stretta collaborazione tra la direzione e l'angolo di movimento.
Nella pratica dello stile Chén si scopre che l'apprendimento della tecnica e l'apprendimento della forza sono inclusi.
Entrambe le aree si richiedono a vicenda e non possono essere separate.
Imparare uno solo di questi renderà la formazione incompleta.
Nello stile Chén Tàijíquán si possono sviluppare varie abilità.
Il terapeuta troverà miglioramenti in tre aree: nella salute del corpo, nel modo di pensare e nella vita quotidiana.
La salute beneficerà principalmente di una migliore circolazione sanguigna, di un migliore funzionamento cardiaco e di una migliore modalità di respirazione.
Pensare che si dovrebbe respirare con l'addome, in realtà non è del tutto corretto.
Tuttavia, questa immaginazione ci aiuta a imparare a usare il diaframma nella respirazione.
Uno dei vantaggi di questo modo di respirare è che gli organi interni ricevono una sorta di massaggio.
Per imparare bene una disciplina difficile, come il taijiquan, occorrono due fattori: un bravo maestro che sia disposto a insegnare e una pratica assidua.
Occorre un totale rilassamento iniziale, molto utile quando si tratta di relazioni umane.
Il Taijiquan nella nostra Accademia
La nostra Accademia diffonde entrambi questi stili, dei quali siamo referenti, in modo autentico e nel solco della vera tradizione marziale e salutistica cinese, concentrandosi su tutti gli aspetti di questa antica arte, non dando spazio a semplificazioni e revisioni in chiave moderna.
A tale scopo non proponiamo una divisione dello studio, ma diffondiamo l’arte del Taijiquan in maniera integrale e "ortodossa", lasciando al praticante la libertà di scegliere quale aspetto dell’arte intende coltivare per se stesso.
Il nostro approccio all’arte segue le indicazioni dei nostri Maestri cinesi, attraverso un percorso graduale e metodico di studio tecnico-teorico.
Esso è rivolto a chi vuole studiare il Taijiquan in tutti i suoi aspetti originali e tradizionali, nella sua completezza e nella sua autenticità.
I nostri corsi sono rivolti a studenti principianti, intermedi, avanzati, ed Insegnanti.
Il Qi Gong è l’arte di sviluppare e coltivare l’energia
interna, antica arte daoista la cui origine si perde nella
notte dei tempi.
La pratica si compone di movimenti lenti e sincronizzati
con la respirazione e la concentrazione.
Il Qigong è parte integrante della medicina tradizionale
cinese, e viene insegnato per migliorare la condizione
fisica del corpo e migliorare la salute.
Praticando il Qi Gong, l’energia vitale (Qi) torna a
fluire liberamente, attivando ogni singola cellula del
corpo, e la mente raggiunge uno stato di rilassamento e
tranquillità.

Gli esercizi di Qi Gong sono infatti anche una forma di meditazione in movimento, in cui viene coinvolto anche il corpo.
L’energia fluisce attraverso i canali energetici o “meridiani” e, attraversando il corpo, nutre ogni muscolo e tessuto.
In Cina, moltissime persone praticano il Qi Gong e, tradizionalmente, viene praticato dai monaci daoisti, insieme alla meditazione.
Da millenni viene utilizzato per favorire la longevità e migliorare lo stato di salute.
In Occidente, il Qi Gong si sta sviluppando molto, migliorando la qualità della vita.
Gli studi scientifici condotti sul Qigong dagli anni ’80 ad oggi, soprattutto in Cina e in America, dimostrano la sua importante finalità terapeutica.
I maggiori risultati sono stati riscontrati nella prevenzione e nella cura di artrite, ipertensione, pressione alta, diabete, dolori cronici, depressione.
Le qualità che si sviluppano nella pratica del Qigong ne fanno un utile sostegno per gli operatori di Shiatsu, Tuina, Riflessologia, ecc.
Il Duan Bing 短兵 è una disciplina sportiva per il
combattimento con armi corte, derivante dall’antica arte
della spada cinese.
Nata intorno agli anni ’30 del secolo scorso, questa
disciplina rappresenta la versione sportiva della scherma
cinese classica e per questo viene annoverato all’interno
del Wushu tradizionale come programma da competizione.
Si pratica in totale sicurezza attraverso l’utilizzo di
attrezzatura protettiva adeguatamente indossata: una arma
in materiale plastico morbido, un casco integrale con
visiera, un pettorale, spalline, guanti, gonna protettiva,
e parastinchi che coprono l’articolazione del ginocchio
per proteggerla dai colpi.


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BASI TEORICHE E PSICOLOGICHE PER LA DIFESA PERSONALE

Quella che ci insegna a vincere senza combattere: chi vince senza combattere vince due volte !
Questa è una regola primaria che plasma le basi di qualsiasi disciplina di Difesa Personale seria e professionale, che non millanti risultati stupefacenti di imbattibilità a chi la pratica e che non tenti di trasformare ogni allievo in una sorta di “Rambo” dalle armi spuntate.
Il miglior modo per non correre rischi è quello di evitare i problemi, piuttosto che provare a tirarsene fuori in un secondo tempo.
Solo quando le strategie di prevenzione falliscono e il combattimento è ormai inevitabile, dobbiamo essere in condizione di reagire in modo efficace e risolutivo. Occorre quindi conoscere, prima di tutto, i concetti teorici alla base della Difesa Personale.

Le realtà urbane possono rivelarsi un vero e proprio ricettacolo di insidie, sia nelle zone degradate che nelle aree più moderne e centralizzate.
Un'autodifesa efficace deve metterci in condizione di difenderci da attacchi “da strada”, dove non ci sono regole, ne arbitri e giurie che dirigono gli incontri, dove le colluttazioni durano pochi attimi e non ci danno il tempo di realizzare che stiamo subendo un crimine; testate, gomitate strette, prese e strangolamenti, pugni improvvisi, bloccaggi, calci bassi, proiezioni a terra, ginocchiate ai genitali, colpi sporchi e imprevedibili, fanno parte integrante delle aggressioni delle quali tutti noi possiamo essere vittime.
Luoghi bui e isolati, terreni scivolosi, garage, parcheggi in mezzo alle auto, locali affollati, sottopassaggi della metropolitana, spazi stretti e angusti; questi sono solo alcuni scenari della vita quotidiana nei quali ognuno di noi, potrebbe essere vittima di aggressioni.
Un’autodifesa efficace deve mettere in grado chiunque di reagire efficacemente in ognuna di queste situazioni, anche le donne o i soggetti più deboli, indipendentemente dall’età o dalla preparazione fisica.
La Street Defence ci insegna ad utilizzare tecniche di autodifesa efficaci e risolutive contro avversari spesso più forti di noi, brutali e violenti, magari ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
E’ un sistema di autodifesa rapido ed essenziale, senza fronzoli; le sue tecniche si adattano alla maggior parte delle situazioni e soprattutto sono veloci da imparare, sfruttano anche l’ambiente in cui ci troviamo come nostro alleato, aiutandoci a trasformare in armi non convenzionali molti oggetti di uso comune come ombrelli, giornali arrotolati, chiavi, penne, tessere magnetiche, che possono aumentare in modo esponenziale le nostre possibilità di successo.
Il Close Quarter Combat è una disciplina aperta sia agli operatori delle forze dell’ordine, sia a uomini e donne che vogliano accostarsi ad una tipologia di combattimento non convenzionale.
Fino ad ora era conosciuto e praticato esclusivamente in ambienti militari, nei quali il concetto fondamentale e primario è la sopravvivenza.
Da qui si intuisce che tutte le tecniche utilizzate nel programma, non hanno il solo fine di respingere un attacco, come accade nella pura autodifesa, bensì di bloccare chi aggredisce, mettendolo in condizione di non nuocere nel minor tempo possibile.
E' stato creato e sviluppato come mezzo di autodifesa

Il CQC consente di sviluppare una sorprendente abilità istintiva di “sopravvivenza”, indispensabile per poter superare le minacce concrete della realtà urbana ed è rivolto sia ad un pubblico maschile che femminile.
E’ un mix di tecniche derivate dagli sport da combattimento più efficaci, integrati fra loro e sviluppati per potenziarne l’efficacia, mettendo in secondo piano la spettacolarità e le tecniche meno incisive, e privilegiando quelle più dirette ed offensive.

E’ un programma di autodifesa femminile, per dire no alla violenza e garantire alle donne la possibilità di difendersi.
L'obiettivo è il consolidamento dell'autostima e della determinazione, affinché la donna possa mantenere la calma necessaria per reagire istantaneamente ed efficacemente.
Il corso è basato su "Street Defense" e "Close Quarter Combat", e ha l'obiettivo di sviluppare una "cultura della sicurezza", con tecniche semplici, ma efficaci.
Prevenire è la mossa giusta per mettersi al riparo da incontri potenzialmente spiacevoli e da brutte esperienze.


Nei corsi di autodifesa femminile si insegnerà superare situazioni di estremo rischio, dove la reazione dovrà essere immediata, e risolutiva.
Durante i corsi di autodifesa femminile, verrà inoltre affrontata una parte relativa all'uso dello Spray al Peperoncino: quali sono gli spray legalizzati dal D.M. n.103 del 12 maggio 2011, quale scegliere e come utilizzarli in caso di necessità.
Uno strumento estremamente importante per gli operatori delle Forze dell’Ordine sia per la sua efficacia operativa che per il suo potere deterrente nei confronti di potenziali delinquenti, è il “Bastone telescopico”, in Italia stranamente e stupidamente sottovalutato.
Utilizzato dalle Forze di Polizia di tutto il mondo, è studiato appositamente per aiutare l’operatore di sicurezza a gestire situazioni di ordine pubblico o di pericolo “contenuto”, nelle quali non è necessario ricorrere all’uso delle armi da fuoco.
La praticità e la maneggevolezza di questo utile strumento, per l’indiscutibile impatto psicologico che può incutere nel malintenzionato, fanno del “Bastone telescopico”, un indissolubile compagno per chi deve tutelare la legge in ogni suo aspetto.
Il suo utilizzo permette di bloccare una persona anche in stato di forte alterazione mentale (sotto effetto di stupefacenti o alcool, o entrambi) il quale, avendo perso ogni freno inibitore, subisce un potenziale e forte innalzamento dell’aggressività.
DIFESA PERSONALE - PROGRAMMA TECNICO
- Teoria
- 1. I colori dell’attenzione
- 2. Prevenzione, la base della difesa
- 3. Profilo del criminale “urbano”, tipologie di crimini
urbani e concetti di “urban security” (come
sviluppare il nostro senso del pericolo) - 4. Sicurezza nelle strade: quali sono i comportamenti
da evitare - 5. Tranquillità e sicurezza sui mezzi di trasporto
- 6. Come reagire alle aggressioni verbali e come
uscirne vincitori - 7. Comportamenti dell’aggressore (seriale,
occasionale, sotto effetto di alcool o droghe) - 8. Quali sono gli atteggiamenti sospetti da classificare
come pericolosi - 9. Quali sono i fattori che innescano la violenza e
come evitarli - 10. Stima delle proprie capacità
- 11. Come non essere una preda
- 12. Come dominare la paura e come trasformarla
in nostra alleata - 13. La prossemica e CNV (comunicazione non verbale)
- 14. Strategia della difesa e comportamento (la fuga
in sicurezza) - 15. Gli spray antiaggressione: come sceglierli e come
utilizzarli in sicurezza - 16. La legge sulla difesa personale: Art. 52 del Codice
Penale
- Pratica
- 1. Fondamentali
- Concetto di distanza (corta, media, lunga)
- Il contatto (l’area vitale)
- Punti e aree vulnerabili e vitali del corpo umano
- Posizioni di guardia
- 2. Tecniche base
- Tecniche di braccio (pugno, palmo, gomito)
- Tecniche di gamba (ginocchio, calcio)
- Tecniche di schivata e spostamento del corpo
- Tecniche di parata
- Tecniche di caduta
- Tecniche di proiezione e controllo a terra
- Tecniche di liberazione:
- da presa alle mani e al bavero
- da presa al collo con una ed entrambe le mani
(frontale, lato e dietro) - da presa al tronco (frontale, lato e dietro)
- 3. Street defense
- 4. Close Quarter Combat
- 5. Autodifesa femminile
- 6. Difesa contro due o più avversari (elementi di base)
- 7. Uso Spray al Peperoncino e D.M. n.103 del 12/05/2011
- 8. Difesa con bastone telescopico
- 9. Difesa con armi improprie e oggetti comuni